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Ministri: dal vivo sono tutta un'altra storia.

Ven 11 Feb – Ministri

L'ultima volta che sono andata all'Onirica di Parma è stato per il concerto dei Ministri, l'11/02/2011.

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Questo forse è stato uno di quei pochi casi in cui mi è capitato che un gruppo musicale riuscisse a superare le mie aspettative sia perché la performance live è stata di gran lunga migliore rispetto alla versione digitale sia perché non solo è stata migliore ma letteralmente inaspettata. Sinceramente non so se tutto ciò sia stato positivo o negativo, fatto sta che sono arrivata alla conclusione (dopo due mesi di finta meditazione) che i Ministri li preferisco decisamente live che su cd.

Sul palco erano in quattro invece che in tre: sulla sinistra il chitarrista/cantante (nonché scrittore dei testi delle canzoni) Federico Dragogna; al centro il cantante/bassista Davide Autelitano; a destra il chitarrista/tastierista F Punto e in fondo al centro il batterista Michele Esposito.

http://img860.imageshack.us/img860/3271/img1583u.jpg

Hanno eseguito sia tracce nuove che tracce vecchie, tra cui (se cliccate sul titolo potete vedere il video su YouTube della rispettiva canzone cantata dai Ministri live proprio al concerto nell'Onirica di Parma):
Il Sole (è importante che non ci sia), Tempi Bui, Bevo, Noi Fuori, Un miracolo, Il Bel Canto, Diritto al Tetto, Tutta Roba Nostra, Gli Alberi, La Faccia di Briatore, Una questione politica, La Televisione (ghost track), Non mi conviene puntare in alto, Due dita nel cuore, Mangio la terra, La petroliera, Che cosa ti manca, Meglio se non lo sai, Fari Spenti, Abituarsi alla fine.

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http://www.youtube.com/watch?v=bIoIcZt3VBY
Il Sole (è importante che non ci sia), la prima canzone che hanno eseguito.

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Quella sera al concerto ho potuto riscontrare alcune delle differenze sostanziali rispetto ai cd che mi hanno fatto pensare per un attimo che quelli che c'erano sul palco fossero addirittura un altro gruppo: la voce di Davide Autelitano, così stabile e limpida sul digitale, dal vivo era rauca, grintosa, urlata e anche in alcuni casi stonata; quasi tutti i cantanti hanno manie di protagonismo, ma lui è un esibizionista nato: ha spaccato una corda del basso credendo di essere il nuovo Kurt Cobain dei giorni nostri (cosa che mi ha letteralmente irritato), si è buttato sul pubblico, si è fatto trasportare dalle braccia dei fan (come un divo) ed è addirittura salito sopra il bancone del bar; il chitarrista Federico Dragogna è veramente bravo, suona la chitarra senza nemmeno guardare il manico e le sue dita e facendo degli accordi assurdi; inoltre, è la prima volta che guardando un chitarrista ho avuto la sensazione che stesse facendo sesso (sì, proprio quello) in tempo reale: è stato come guardare per due ore di fila lui che era in estasi totale insieme alla sua ragazza: la sua chitarra; il batterista non mi è piaciuto per niente (ha regalato le sue bacchette a fine serata e ho visto che erano pure tutte rotte, non ne dubitavo affatto) e l'altro chitarrista era alquanto trasparente e solo a sprazzi ricompariva sulla scena, ma senza lasciare tracce evidenti.

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Devo ammettere che ho sempre avuto un odio nei confronti dei Ministri e gruppi simili, quali Tre Allegri Ragazzi Morti, Uochi Toki, A Toys Orchestra ecc.., insomma, quel genere recente ed emergente tra l'indie rock e l'alternative dell'Italia di oggi. In particolare, però, i Ministri li ho sempre ritenuti uno dei gruppi più peggiori tra i peggiori gruppi che ci sono in circolazione. Penso che potrebbero benissimo avere il titolo di maestri della scopiazzatura: hanno copiato in certi casi i Tre Allegri Ragazzi Morti, in altri i Coldplay e in altri ancora Vasco Brondi (soprattutto per i testi); e ancora, si sono ispirati ai Muse, ai Q.O.T.S.A. e agli Arcade Fire in altri casi più specifici. Inoltre, hanno sempre avuto fin dall'inizio il titolo di re della sfacciataggine: non gli è mai mancata fin dagli esordi quell'aria di superiorità, tipica di tutti quei gruppetti emergenti della scena italiana recente, già montati prima ancora di iniziare a produrre dischi e senza un briciolo di autocritica e autocoscienza: l'abbigliamento in stile napoleonico (scaduto, scontato e vecchio) ne è sempre stata la prova. E poi devo aggiungere che ho sempre trovato un po' forzati (non insinceri, ma spinti sì) quella loro necessità di attualizzazione e quel loro modo di schierarsi politicamente, perché mi sono sempre sembrati scarsi di protesta ma ricchi di conformismo.

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E' logico che un gruppo così mi abbia sempre provocato un alto tasso di irritabilità al solo ascolto ed è per questo che ero sicura che al concerto mi avrebbero fatto più che schifo. Invece, sono rimasta sorpresa (non solo di loro, ma pure di me stessa) perché mi sono sufficientemente piaciuti (non mi hanno fatto impazzire, ma sono riusciti ad alzare la percentuale di gradimento che avevo sempre avuto nei loro confronti, e se prima era del 15 %, ora è del 30 %).
Quello che ha influito sulla mia percentuale è stato un fattore decisamente importante, soprattutto quando si parla di concerti: l'esibizione sul palco e la loro grande capacità di condizionare, ammaliare ed emozionare il pubblico.

http://www.youtube.com/watch?v=_s7hF1IwjK0
Il Bel Canto (Davide Autelitano in mezzo al pubblico), una delle ultime eseguite.

Quando il pubblico (che occupa il locale fino all'orlo), composto da ragazzi e ragazze (e quindi da entrambi i sessi), è così preponderante, scalpitante, sgomitante e incontentabile fino alla fine e vuole sentire la voce del cantante per cantare a squarciagola le canzoni insieme a lui, producendo un effetto di risonanza maggiore rispetto a un normale concerto, allora vuol dire che quel concerto in questione ha avuto una marcia in più rispetto ad altri e credo che il merito in questo caso vada ai Ministri. E' come se l'anima di questo ex trio e attuale rombo/quadrato milanese si completi solo nei concerti e nel rapporto col sudatissimo e instancabile pubblico.

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Quello che amo dei concerti dal vivo è proprio questo: riscoprire un qualcosa di nuovo che all'apparenza era nascosto e non si riusciva a vedere e, una volta emerso, analizzarlo sotto diversi punti di vista (e, soprattutto, scomporlo in base alle proprie sensazioni personali).

E queste sì che son soddisfazioni.

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